Durante la festa Viva la Campagna, si assegna anche quest’anno il riconoscimento “Un cestino di fagioli”
L’Amministrazione comunale, la Pro loco e il Comitato Valorizzazione organizzano la festa “viva la campagna” con lo scopo principale di promuovere i prodotti agricoli del paese.
Lo scorso anno è stata ideata l’assegnazione di un premio da consegnare nel corso della manifestazione.
Il riconoscimento, simbolico, un cestino di fagioli, assegnato come pretesto a chi, in quel momento, potesse contribuire alla riflessione sulle condizioni del territorio e sulle sue possibilità di ripresa, dato invece lo stato di abbandono e spopolamento.
Lo scorso anno a Gianvittorio e Elodie, giovani allevatori del paese, ad Anna Bracco, direttore della cantina sociale di Clavesana, animatore del censimento sulle Terre marginali in alta langa con relativo convegno invernale, a Gianni Farinetti, scrittore che allora stava presentando il suo ultimo libro, Rebus di mezza estate, ambientato in queste zone descritte con la sua nota sensibilità ed ironia.
Quest’anno sempre una terna. Ancora su tre livelli a partire dal paese. Lo scorso anno due protagonisti giovani, questo due non più giovani: Remo e sua moglie Maria.
Attraverso le loro persone, viene assegnato un riconoscimento a chi, con amore e passione, è sempre rimasto qui osservando tutte le trasformazioni, rapide e radicali, che si sono avvicendate dal dopoguerra.
Lui ha provato con la fabbrica, anni 60, sollecitato e spinto dagli amici e dalle persone che aveva intorno, ma dopo pochi giorni è scappato ed è tornato ai campi; ancora pressioni e una nuova prova, più vicino a casa, ma ancora negativa, subito fuggito: fine delle prove.
Solo campi e mucche con la moglie mentre il paese un po’ si modernizzava, arrivavano i villeggianti e un po’ di movimento, ma poi, piano piano anche questa forma di vitalità si è andata spegnendo mentre loro invecchiavano e sono stati costretti, perchè vengono a mancare le forze, a dare via le ultime mucche, ma Maria, nonostante la stalla ormai vuota, continua per molto tempo e forse qualche volta ancora oggi, a sentire il loro muggire. Una grande esperienza di vita, comune a quella di molti altri, che deve avere memoria e rispetto.
Secondo riconoscimento alla stampa, quella cui inviamo i comunicati delle iniziative nella speranze di avere spazio e visibilità, quella in cui ci si specchia per avere concretezza della propria esistenza.
Quello che si sta attuando è un gioco un po’ perverso, una ingenua concorrenza tra paesi che vivono le stesse problematiche situazioni e che sperano con le sagre, feste, iniziative culturali di segnalare il proprio esserci e ricavare energia vitale.
Si immaginano le scrivanie o le cartelle di posta elettronica ingolfate da segnalazioni che sperano di essere così interessanti e originali da meritare la foto, il titolo in grassetto.
E’ questo un riconoscimento a chi, si immagina, faccia i giochi di prestigio con gli spazi della stampa per non scontentare nessuno e per mettere in evidenza tanto generoso sforzo.
E’ un riconoscimento per riflettere su dove si sta andando, se la strada è quella dell’escalation alla ricerca della miss più miss o del gruppo musicale più in voga al momento oppure se ne può inventare un’altra, più organica, più funzionale, meno dispersiva e più collaborativa tra soggetti. Il riconoscimento, in nome della stampa locale, viene assegnato a Debora Sattamino, giornalista sempre presente, sensibile e attenta del Monregalese, settimanale che, seguendo i confini della diocesi di Mondovì, rappresenta meglio l’area vitale di Castelnuovo che sconfina nella val Bormida e in Liguria.
Il terzo riconoscimento a Piercarlo Grimaldi, rettore dell’università degli studi di scienze gastronomiche di Pollenzo.
Nel corso del convegno Terre marginali terre originali tenuto alle Surie di Clavesana quest’inverno fu mostrato un bellissimo filmato di interviste ad agricoltori, vecchi e giovani, del territorio.
Un partecipante al convegno affermò, un po’ polemicamente,essere quella una testimonianza in sintonia con il Mondo dei vinti di N. Revelli.
In risposta intervenne Grimaldi, tra gli organizzatori dell’iniziativa, che affermò (è antropologo di formazione) non essere d’accordo perchè, a suo parere, oggi i vinti (si cita a memoria, ma le sue parole furono particolarmente efficaci) sono nelle città, nelle metropoli, nei luoghi che hanno smentito la promessa del progresso, del benessere e della felicità.
E’ questo un riconoscimento a queste parole che aiutano a leggere la realtà e a costruire una prospettiva, certo molto difficile, ma forse necessaria.
Sono parole espresse da chi rappresenta un ente che coltiva la qualità a partire dal bisogno primario di cibo, sono parole autorevoli che invitiamo ad ascoltare con attenzione.