CONCERTI PER LA TERRA: Riccardo Zegna organizza cinque incontri musicali estivi sugli antichi tracciati tra langhe e mare

Dicembre 2014, BOZZA PROGETTO

ESTATE 2015:

Sulle antiche direttrici tra mare e langhe

Riccardo Zegna presenta 5 concerti per la terra

 

 PREMESSA

 La viabilità moderna ha in gran parte modificato i percorsi e i tracciati della tradizione e della antichità.

“A partire dal X secolo con la  riorganizzazione del territorio piemontese dopo la crisi dell’impero romano, in quattro grandi Marche, le colline di Langa diventarono un territorio di collegamento tra i porti della Riviera di Ponente e la pianura Padana. Funzione che si estese lungo il Po fino all’area parmense e piacentina, come dimostrato in particolare dall’atto di fondazione dell’abbazia di Santa Maria di Castiglione, nei pressi di Fidenza, provincia di Parma, tra le cui proprietà figurano numerose località delle Valli Belbo e Bormida, tra cui Castelnuovo di Ceva. Successivamente le Langhe diventarono la sede di confronto tra Asti ed Alba per garantirsi l’accesso al mare, in particolare al porto di Finale. Oggi tratti di questa antica viabilità è interessata da progetti di valorizzazione turistica legata alle cosiddette  “vie del sale”; il sale era certamente la merce trasportata in maggiore quantità dalle saline del Mediterraneo al territorio piemontese, ma certamente non l’unica. Fino ai primi decenni del XIX secolo carovane di muli hanno trasportato lungo le strade di Langa una grande quantità e varietà di merci: teli di canapa, pelli per la concia, cuoio e merci pregiate come i cordovani, una varietà particolare di cuoio ottenuta dalla pelle dei montoni, decorata in oro, prodotta nella in Spagna, nella regione di Cordoba, o spezie scaricate dall’Oriente nel porto di Genova.”

(Presentazione dei temi trattati nel Quaderno di Castelnuovo di Ceva n.3)

 

Se le condizioni politico amministrative e geomorfologiche hanno sempre influenzato le scelte dei percorsi viari,  saranno le capacità tecnologiche e di controllo politico e militare, a partire dal formarsi degli stati moderni,  che permetteranno  di forzare i limiti imposti dalla natura e di percorrere strade ritenute fino ad allora meno sicure.

La conoscenza dei tracciati del passato si è andata così perdendo insieme al ruolo storico di luoghi e paesi oggi diventati periferici, fuori mano, difficilmente raggiungibili, poco conosciuti.

Questo progetto vuole recuperare una memoria di tracciato che dall’antichità, prevalentemente su crinale, collegava la Langa, il territorio albese  in particolare, con la costa, con il finalese.

Il Comitato per la valorizzazione di Castelnuovo di Ceva presenterà in primavera il suo terzo quaderno nel quale si tratterà appunto degli antichi tracciati, in particolare di quelli che hanno dato un senso  alla sua esistenza e forse alla sua nascita, (nel primo quaderno si è parlato della storia devozionale della Legione tebea della cui storia sono rappresentati alcuni momenti significativi negli affreschi  tardo quattrocenteschi della cappella di S. Maurizio;  nel secondo del fenomeno dell’emigrazione a partire dalla storia di una famiglia di Castelnuovo emigrata in Australia).

Oggi a Castelnuovo si deve venire apposta, ma nel passato ci si doveva passare ed è solo in questa prospettiva che si giustifica la costruzione di un castello, (del quale si conserva una torre agibile e dalla cui sommità si gode di una vastissima visuale) e la realizzazione di un ciclo di affreschi nella cappella dedicata a S. Maurizio, comandante della leggendaria Legione tebea.

Analoga sorte ha vissuto la cappella di S. Giovanni della langa. Oggi nei boschi, (in Liguria, nel comune di Murialdo, ma ancora nella diocesi di Mondovì) praticamente sconosciuta, è stata importante presidio religioso, (conserva affreschi quattrocenteschi), in un crocevia di antiche strade; in prossimità della cima del monte dal quale si gode una magnifica vista sul mare e sulle dorsali che si dovevano percorrere per raggiungere la costa, Finale.

Citata negli antichi documenti sempre con la precisazione “della langa” ad indicare l’inizio, o la fine a seconda della direzione del viaggio, di queste terre, le Langhe, in origine povere sino a quando la vite, e il vino, non hanno fatto il miracolo economico limitando però, nel senso comune,  la percezione dell’area delle langhe a quella della coltura della vite.  (Al miracolo ha concorso anche l’acqua perché quelle terre erano povere anche di questo elemento fino a che, proprio da queste montagne tra Castelnuovo e S. Giovanni della langa, non è partito il primo acquedotto realizzato da un consorzio di comuni costituitosi nel 1948 ed inaugurato dal Presidente Einaudi nel 1953).

In direzione opposta, da Castelnuovo verso Montezemolo, (i sei km di strada di crinale ancora oggi si chiama “la langa”), si lasciano i boschi, i castagneti, e, sempre su crinale, con un panorama meraviglioso sulla catena alpina, ci si può muovere verso quelle Langhe oggi tanto famose. Ma ci si arriva con gradualità attraversando prima terre di pascolo. E’ su questa direttrice che un’altra cappella, anche questa con affreschi del tardo ‘400, sulla sommità di una collina, mette in condizione il viandante di “vedere” le pianure dell’albese. Si tratta di S. Anastasia nel territorio di Sale S. Giovanni, un comune  con altri importanti manufatti storici, medievali.

PROPOSTA

L’ambizione:  recuperare la storia di questi tracciati.

Il progetto: organizzare cinque concerti, (direzione artistica e coordinamento affidati al maestro Riccardo Zegna), cinque momenti musicali che segnino l’idea di un percorso, di un commercio, di un collegamento tra pianure e mare.

La finalità: coinvolti dall’emozione e dall’entusiasmo che la musica suscita, promuovere queste terre, oggi periferiche e marginali, attraverso l’esibizione delle sue risorse, del suo paesaggio e dei suoi prodotti agricoli.

Questa parte di Langa ha conosciuto, vissuto, la stessa sorte del tracciato.

I paesi di queste terre hanno conosciuto l’abbandono e lo spopolamento a causa di una industrializzazione e di una urbanizzazione che ha sottratto i giovani alla campagna; oggi sono prevalentemente anziane le persone che coltivano conservando il bene prezioso del paesaggio avendo cura del territorio e della campagna. Sono i depositari di una memoria e di una pratica agricola che produce cibi della tradizione.

Nuto Revelli usa l’espressione “ il popolo che manca” (anche titolo del libro nell’edizione Einaudi 2013 ) per indicare questo fenomeno.

E’ questo il momento però in cui forse si può tentare di invertire la tendenza assecondando il bisogno crescente di cibo di qualità.

“La realtà è che non sappiamo neanche più da dove arriva il nostro cibo, quanti chilometri ha fatto, chi lo ha prodotto, con quali criteri.   Non ne sappiamo più nulla ma non ci sembra importante.   L’importante che costi poco. … Il cibo, negli ultimi cinquant’anni, ha perso valorialità ed è diventato pura merce. …   La prima domanda che nasce  quasi spontanea  è “quanto costa?” e non “quanto vale?”.   Quando si parla di “valore” si vuole avere un giudizio complessivo su chi ha prodotto quell’alimento, su come l’ha prodotto, su qual è l’ambiente  in cui lo si è lavorato … “ (Carlo Petrini, Coltivare Futuro, ed S. Paolo, 2014; pagg. 16 e 29)

Queste non sono terre senza risorse anche se  vanno riscoperte e coltivate in modo moderno.

La finalità dell’iniziativa prevede anche questo: mettere in evidenza le risorse del territorio attraverso  le persone che, con coraggio, passione e amore,  stanno coltivando la terra, ne stanno avendo cura producendo e lavorando cibo di qualità; hanno accettato la sfida della grande distribuzione promuovendosi direttamente.

La riscoperta della strada, del percorso che collega e che unisce, può  essere d’augurio  di buon lavoro, di buona prosecuzione per le esperienze virtuose in atto.

Per questo verrà realizzato anche il Quaderno n 4  che  piacerebbe fosse curato dall’associazione “ la vite maritata” di Camerana  in quanto, in questi due anni di attività, ha fatto un censimento puntuale  degli operatori locali, invitandoli a presentazioni conviviali presso la propria sede.

Il quaderno raccoglierà alcune significative testimonianze di chi presidia il territorio con la propria attività.

Tutto ciò è quello che si offre e si propone a chi è interessato non solo al sole e alle spiagge o al vino: paesaggio, arte, storia, outdoor, cibo e quiete.

E’ una proposta per un progetto corale : l’anno 0 per la serie di repliche future

Concorrono alla realizzazione:

Associazione degli albergatori di Finale ;  Associazione  arte e storia di Murialdo;  Comitato valorizzazione e Comune Castelnuovo di Ceva;  Associazione I Bruzzardi di Montezemolo;  Comune di Sale S. Giovanni; Circolo La vite maritata di Camerana ;  Associazione Crome in movimento di Alba; Associazione Contadini delle Langhe di Dogliani.

(il progetto è aperto ad altre e successive collaborazioni)

 

 

 

 

 

 

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